Tutti coloro che possiedono Bitcoin si saranno fatti almeno una volta questa domanda: devo pagare o no le tasse sui bitcoin? Spesso si pubblicizzano i bitcoin come una forma di evasione legalizzata quando invece non lo sono!
In questo articolo andiamo a fare chiarezza sull’argomento, scopriremo quali sono i rischi dal punto di vista fiscale a cui vai incontro se acquisti bitcoin e non li dichiari al fisco, rischi che non tutti conoscono.
LEGISLAZIONE E BITCOIN
In tutta la legislazione italiana non compare mai il termine Bitcoin e nemmeno quello di criptovaluta. Affrontano il tema solo l’agenzia delle entrate e la giurisprudenza ma in maniera alquanto approssimativa. Questa confusione nasce dal fatto che manca l’appiglio normativo. Ma allora come deve regolarsi chi detiene bitcoin, li scambia e li rivende? I bitcoin devono essere riportati o no nella dichiarazione dei redditi? I bitcoin sono tassabili, e se sì come? Affrontiamo il tema nei prossimi paragrafi.
DEVO DICHIARARE I BITCOIN CHE POSSIEDO?
Abbiamo visto che non ci sono leggi a disciplinare le criptovalute. Secondo l’agenzia delle entrate esse sono da equiparare alle valute estere, come il dollaro, la sterlina o simili. Come tali quindi vanno trattate ai fini della dichiarazione dei redditi.
Ebbene sì, I BITCOIN VANNO DICHIARATI! Il loro ammontare deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi e inserito nel quadro rw dove bisognerà dichiarare il controvalore in euro posseduto, secondo il tasso di cambio vigente in quella data. La procedura quindi è molto similare a quella degli investimenti all’estero.
La mancata indicazione dei bitcoin nel 730 costituisce irregolarità fiscale severamente sanzionata.
TASSE SUI BITCOIN: DEVO PAGARLE?
Il fatto di dover inserire i bitcoin nella dichiarazione dei redditi non significa che essi vengano automaticamente tassati, è più una questione di trasparenza. Infatti come nel cambio valuta, non c’è ragione di tassare il passaggio da una moneta a un’altra.
Diverso è il caso se dietro queste operazioni c’è un fine di lucro come le speculazioni. Si pensi all’acquisto di uno stock di bitcoin e poi alla rivendita fatta con lo scopo di produrre utile.
Secondo l’agenzia delle entrate le operazioni sui bitcoin si presumono compiute a fini speculativi, e dunque su di esse si pagano le tasse, quando la giacenza media nei wallet. Se la giacenza media dei bitcoin detenuti dal contribuente supera i 51’645,69€ per una durata di almeno 7 giorni continuativi nello stesso anno d’imposta. Se queste condizioni si realizzano gli eventuali utili realizzati dovranno essere riportati come plusvalenza e saranno tassati con un’aliquota del 26%. Lo scopo della norma è tassare l’incremento del valore che la criptovaluta ha ottenuto dal momento del suo acquisto.
AGGIORNAMENTI LEGGI DI BILANCIO 2025
Negli ultimi anni, l'Italia ha introdotto diverse normative per regolamentare la tassazione delle criptovalute, in particolare del Bitcoin. Le più recenti modifiche sono state apportate con la Legge di Bilancio 2025, che ha introdotto cambiamenti significativi nel regime fiscale applicabile a queste attività digitali.
Aliquota sulle Plusvalenze
Fino al 2024, le plusvalenze derivanti dalla compravendita di criptovalute erano tassate al 26%, con una soglia di esenzione per guadagni inferiori a 2.000 euro nel periodo d'imposta. Tuttavia, con l'approvazione della Legge di Bilancio 2025, l'aliquota è stata aumentata al 33%, e la precedente soglia di esenzione è stata abolita. Pertanto, a partire dal 1° gennaio 2025, tutte le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute sono soggette a tassazione, indipendentemente dall'importo.
Imposta Alternativa sul Patrimonio
La normativa prevede la possibilità di optare per un'imposta sostitutiva del 14% sul valore delle criptovalute detenute al 1° gennaio dell'anno fiscale, in alternativa alla tassazione delle plusvalenze al momento della vendita. Questa opzione consente ai contribuenti di stabilire una base imponibile certa, indipendentemente dalle future variazioni di valore delle criptovalute detenute.
Imposta Patrimoniale
Oltre alla tassazione delle plusvalenze, è prevista un'imposta patrimoniale annuale dello 0,2% sul valore delle criptovalute detenute al 31 dicembre dell'anno fiscale. Se le criptovalute sono custodite presso intermediari italiani, l'imposta viene applicata automaticamente come imposta di bollo. In caso contrario, il contribuente è tenuto a versare l'imposta autonomamente.
Obblighi Dichiarativi
I possessori di criptovalute sono obbligati a dichiarare tali attività nel quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche, indipendentemente dal valore detenuto. Inoltre, le plusvalenze realizzate devono essere riportate nel quadro RT della stessa dichiarazione. È fondamentale conservare tutta la documentazione relativa alle transazioni effettuate, inclusi acquisti, vendite e trasferimenti tra wallet, per garantire una corretta compilazione della dichiarazione dei redditi.
Considerazioni Finali
Le recenti modifiche normative riflettono la crescente attenzione delle autorità fiscali italiane verso il mercato delle criptovalute. È essenziale per gli investitori rimanere aggiornati sulle evoluzioni legislative e adempiere correttamente agli obblighi fiscali per evitare sanzioni. In caso di dubbi o situazioni complesse, è consigliabile consultare un professionista esperto in materia fiscale e criptovalute.
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