In Italia chiusi 8 siti exchange di criptovalute

In Italia chiusi 8 siti exchange di criptovalute
 

Il regolatore italiano per le società e la borsa ha appena chiuso 6 siti exchange di criptovalute e 2 siti di trading. Secondo il report del sito Finance Magnates la CONSOB avrebbe accusato questi 8 siti di aver violato il MIFID II e il Testo unico finanziario (TUF) fornendo servizi e prodotti finanziari di natura illegale. 

REGOLAMENTAZIONE CRYPTO IN ITALIA

Con l’obiettivo di proteggere gli investitori, le autorità italiane hanno deciso di varare un regolamento a livello nazionale sulle criptovalute.

Una sentenza della Corte di Giustizia Europea, nel 2016, avrebbe stabilito che qualsiasi cambio valuta effettuato da criptovalute a valute fiat non può essere tassato. Quello che invece potrebbe e dovrebbe venire tassato sono le perdite o gli utili conseguiti sui cambi.

Il senato italiano si è mosso in questa direzione proponendo un decreto legislativo che mira proprio a fare chiarezza su questi punti: il Decreto legislativo n 90/2017.

FUTURO CRIPTOVALUTE IN ITALIA

Durante la conferenza Code4Future l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti ha espresso le sue opinioni sul mondo blockchain e dei pagamenti digitali.

Per Tremonti le opportunità del settore Fintech stanno cambiando sia le logiche aziendali sia quelle delle banche:

“Le banche potrebbero essere surclassate dalle nuove tecnologie fintech. Un’alleanza tra banche tradizionali e nuove società informatiche è essenziale. Sarebbe una combinazione perfetta: una struttura che incorporerebbe le nuove tecnologie ma che nello stesso tempo conservi anche le vecchie virtù tradizionali.”

Il ministro ha poi continuato dando una sua opinione anche sui Bitcoin:

“Bitcoin è il futuro e non si può fermare o limitare. Detto questo, il Bitcoin non è ancora regolamentato in maniera chiara e questo è chiaramente un ostacolo. Secondo le regole di contabilità dovrebbe essere inserito nel bilancio di un’azienda come un qualsiasi altro bene. Ma se quindi è un’attività da inserire nel proprio bilancio, quando si vende dovremmo pagarci l’IVA sopra? Rimangono da risolvere ancora questa tipologia di problemi che potrebbero creare molti problemi operativi nell’uso quotidiano.”

 

 

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