Il gruppo di hacktivisti Anonymous Italia è tornato e ha dichiarato guerra al revenge porn. In questi giorni sta lavorando per raccogliere e stanare i gestori dei gruppi telegram in cui ci si scambia materiale pedopornografico o materiale porno diffuso in rete senza il consenso degli interessati.
L’operazione si chiama #OpRevengeGram e ha come obiettivo quello di trovaregli utenti che quotidianamente si scambiano materiali di revenge porn e pedopornografia grazie all’app di messaggistica Telegram.
La questione del revenge porn era stata sollevata anche l’anno scorso. Purtroppo nessuno aveva preso dei provvedimenti seri e quindi continuano ad esserci su telegram gruppi e canali creati appositamente per scambiarsi contenuti di questo tipo.
ANONYMOUS ITALIA E LA GUERRA AL REVENGE PORN
In data 9 aprile 2020 hanno deciso di farsi nuovamente vivi gli hacktivisti di Anonymous Italia con questo post pubblicato nel loro blog ufficiale. Oltre al post nel blog è stato pubblicato anche questo video (sia in inglese che in italiano) che incita la community del web a collaborare contro queste bestie che purtroppo non si sono ancora fermate.
“Nessuno di noi può rimanere fermo a guardare impassibile” scrivono gli hacker invitando gli utenti a rimanere uniti e a combattere insieme questa guerra. Anonymous Italia chiede quindi di segnalare tramite i loro canali ufficiali, spiegati meglio in un tweet, nomi e gruppi che su Telegram o tramite il web svolgono attività sospette.
“Solamente grazie al vostro aiuto potremmo sfruttare appieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e cognomi associati agli account incriminati” spiegano gli hacker.
#OpRevengeGram STIAMO VENENDO A PRENDERVI
La chiamata alle armi ha funzionato e vi è stata una grande adesione all’operazione da parte dei cittadini italiani e non solo. Molti hanno condiviso questa “guerra” e sui social, sopratutto su twitter. Grazie alle diverse segnalazioni inviate dagli utenti, il collettivo di LulzSecIta affiliato di Anonymous Italia, gli hacktivisti dichiarano di essere entrati in possesso di nomi, cognomi, email, profili social, account Paypal di centinaia di membri presenti nei vari gruppi di Telegram.
Molte di queste identità sono ancora da verificare, ma tra di essi sono già stati identificati moltissimi amministratori dei vari gruppi e canali. Non basta infatti una segnalazione ma ovviamente bisogna anche verificare la veridicità della fonte. “Sono pochi dati ma fondamentali per risalire ai fondatori di e gruppi vari. Il vero information gathering arriverà nei prossimi giorni, con la fase due” commentano gli hacktivisti a Wired.
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